“La percentuale di risposta dei Tribunali (sezioni Gip e dibattimentali) interessati al monitoraggio dei dati dell’anno 2021 è stata del 70% e può dunque considerarsi significativa. Hanno infatti risposto quasi tutti i 29 tribunali distrettuali”. Questa una parte della platea di uffici giudiziari a cui ha attinto la Relazione annuale sulle “Misure cautelari personali e riparazione per ingiusta detenzione – 2021” che il ministero della Giustizia – Direzione generale degli Affari Interni del Dipartimento per gli affari di giustizia ha presentato al Parlamento,103/2017 sensi dell’articolo 15 della Legge n. 47 del 16 aprile 2015, integrata dalla Legge n. 103 del 23 giugno 2017.
La Relazione, “contenente dati, rilevazioni e statistiche relative all’applicazione, nell’anno precedente, delle misure cautelari personali, distinte per tipologia e con l’indicazione dell’esito dei relativi procedimenti, se conclusi”, grazie alla legge 103/2017, ha ricompreso anche tutti i “dati relativi alle sentenze di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione”, specificando le ragioni di accoglimento delle domande e dell’entità delle riparazioni, nonché i dati relativi al numero di procedimenti disciplinari iniziati nei riguardi dei magistrati per le accertate ingiuste detenzioni, con indicazione dell’esito, ove conclusi”. Alla base di quest’ultima parte di analisi c’é il preliminare distinguo fra i casi di riparazione per ingiusta detenzione e riparazione derivante da errore giudiziario: infatti, mentre la prima garantisce all’imputato il diritto soggettivo a ottenere un’equa riparazione per la detenzione subita ingiustamente prima dello svolgimento del processo e quindi prima delle sentenza, la riparazione dell’errore giudiziario si verifica quando, dopo aver espiato la pena prevista in sentenza, venga successivamente riconosciuto innocente con un processo di revisione.
Solo qualche dato in sintesi, rinviando l’approfondimento alla lettura del documento.
Le misure cautelari custodiali (carcere, arresti domiciliari o in luogo di cura) costituiscono circa il 58% circa di tutte le misure emesse. Una misura cautelare coercitiva su tre emesse è quella carceraria (32%), mentre una misura cautelare coercitiva su quattro è quella degli arresti domiciliari (25%). Infine, solo il 14% degli arresti domiciliari viene applicato con l’uso del braccialetto elettronico.
Per ciò che riguarda la distribuzione per area geografica, il totale delle misure cautelari per il 2021, 81.102, sono per il 40,7% al Nord, il 25,3% al Sud, 20,4% al Centro e il 13,6% nelle Isole. Roma e Milano sono i due distretti con il maggior numero di misure emesse, e assieme a Bologna, Napoli, Torino, Firenze e Bari, totalizzano più della metà di tutte le misure applicate.
Infine, il dato complessivo delle misure cautelari coercitive dell’anno 2021 denuncia una significativa flessione se confrontato con quelli del trascorso triennio: dal 2018 al 2021 meno 14mila misure emesse. Ovviamente non si può dimenticare quanto la pandemia dalla fine del 2019 abbia potuto incidere sull’attività giudiziaria.
Qualche dato in estrema sintesi circa l’entità delle riparazioni per ingiusta detenzione, comunicati a questa amministrazione dal Ministero Economia e Finanze: per un totale di 565 ordinanze la somma è nel complesso di € 24.506.190 (12mln di euro in meno del 2020), con un importo medio per provvedimento di € 43.374 (anziché i 49.278 euro del 2020).
In allegato la relazione.